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I mezzi di trasporto insoliti del Guatemala

Il Guatemala è un paese dove spostarsi è difficile. Poche strade e dissestate, dove 100 chilometri equivalgono a 3 ore di viaggio.
Ma lo shock si trasforma in opportunità, perché è sopra a questi mezzi che si può scoprire la popolazione guatemalteca.

Ph. Credits : @_vagamondo_

Il Chicken Bus

Viaggiare su un Chicken Bus significa entrare direttamente nella vita guatemalteca. Salire o scendere alla stazione principale non è un problema, un po’ meno nelle fermate intermedie, perché il Chicken Bus non si ferma. Avete capito bene, si scende e si sale al volo, e non c’è limite di posti, si sale finché si può, le porte non si chiudono.
Un maxi schermo trasmette bizzarri videoclip musicali di cantanti locali e i venditori ambulanti salgono per ristorarti con frutta e bevande.
Sui Chicken Bus si va veloce e si sorpassa in curva, basta suonare vigorosamente il clacson!

La barca

La marea si alza a causa dei forti temporali, e le onde diventano sempre più grandi, ma i guatemaltechi non diminuiscono la velocità. Per visitare alcuni luoghi del paese l’uso della barca è indispensabile.
Ricolme di passeggeri, sobbalzano a destra e sinistra e la gente si tiene stretta a qualsiasi appiglio. Impossibile uscirne asciutti, l’unica speranza è che la valigia non finisca in acqua.

Il tuc-tuc

Ph. Credits : @_vagamondo_

È il mezzo migliore per le brevi distanze. Piccolo e rapido, percorre le strade dissestate e ti porta a destinazione in breve tempo. I guidatori sono simpatici e ti danno 1000 consigli utili.

I fuoristrada

Dimenticatevi i taxi, il vero MUST in Guatemala è il fuoristrada. Potete andarci ovunque e possono trasportare decine di persone superando ogni insidia.
Intere famiglie lo usano aggrappate con forza a tubi d’acciaio, attutendo con le gambe buche, sbandate e accelerazioni nel fango.
Insomma i mezzi di trasporto e la rete stradale in Guatemala sono parte della loro cultura. Ti farà male la schiena, sarai stanco, altre volte scomodo, ma scoprirai un mondo vero, fatto di sorrisi, colori e vita..a voi la scelta se rinunciarci.

Esperienza di viaggio di Paolo Nepi, @_vagamondo_

I villaggi rurali del Madagascar

Ph. Credits : mammainviaggio

Ricordo come fosse ieri il viso incredulo di Aurora mentre mi chiedeva “Mamma, ma davvero questo bimbi dormono li, in quelle strane case? E davvero l’acqua arriva da questa cosa?”
“Questa cosa” era una pompa a mano che dal canale di Pangalanes porta acqua nel villaggio dell’entroterra di Tamatave, in Madagascar.
Ad essere sinceri, nemmeno io avevo mai visto una pompa a mano per l’acqua ad uso corrente.
È stata un’esperienza emozionante e allo stesso tempo scioccante per molti aspetti: toccare con mano e vedere con i propri occhi che cosa vuol dire vivere in un villaggio in Madagascar é stato come entrare in un libro di storia d’altri tempi. Il risulto è che ne siamo usciti molto più ricchi che non avendo studiato solo dei contenuti.
In fondo il viaggio é anche questo: vera cultura del mondo.

Esperienza di viaggio di Silvia Guelpa, autrice del blog Mamma in Viaggio. Instagram: mammainviaggio

Il souk del Cairo

Ph. Credits : iviaggidigiada

Vi voglio raccontare del mio primo vero e proprio shock culturale: a dir la verità era anche il mio primo viaggio fuori dall’Europa, pagato con i miei primi stipendi e tutta eccitata ho voluto realizzare uno dei miei più grandi desideri di quando ero piccina e cioè visitare l’Egitto. Il primo giorno sono andata a visitare Khan el-Khalili, il principale souk del Cairo vecchio, il secondo mercato più grande dell’intero Vicino Oriente ed è proprio qui che mi sono sentita in un mondo completamente diverso, mi sono sentita così piccola ed invisibile, mi sono fatta trasportare da un fiume di persone, uomini, donne, bambini, animali, tutti uno vicino all’altro, ai miei piedi non c’era l’asfalto, perchè le strade erano fatte di terra, un labirinto di viuzze stracolme di merce in vendita ovunque, appesa da tutte le parti, persone che ti chiamano, che ti spingono e ti attirano a sè per venderti qualsiasi cosa. Rumore di clacson delle macchine che volevano passare a tutti i costi in mezzo al mercato, anche se non c’era lo spazio per poterlo fare. Perdersi in questo labirinto e trovarsi davanti della carne appesa con enormi mosche che banchettavano, sporcizia nelle strade e forti odori mai sentiti prima d’ora. Queste sono state le mie prime ore in Egitto, spaesata ed impreparata mi sono trovata davanti un’enorme città, il trafficatissimo e rumorosissimo Cairo, che con le sue luci, con i suoi clacson continui, con i suoi odori e con le sue assurdità, mi ha dato una botta di vita, mi ha fatto riflettere sulle grandi diversità di cultura, di usanze e di abitudini con noi, ma è proprio grazie a questo che ho apprezzato tantissimo questo viaggio che ancora ora, dopo ben 11 anni ripenso con tanta tenerezza e con la voglia di tornare per scoprire in modo più profondo questa fantastica e antica terra.

Esperienza di viaggio di Giada Mattiato, autrice del blog I viaggi di Giada. Instagram: iviaggidigiada

La tribù Himba e la cura del corpo

Ph. Credits: viaggiandoconmade

Ho deciso di raccontarvi la mia esperienza all’interno del Villaggio Himba in Namibia, una cultura interessante, curiosa, una tribù che dedica lunghe ore alla cura del proprio corpo. È quasi maniacale l’attenzione che pongono alle loro acconciature, espressione dello status sociale.
Le donne Himba si cospargono il corpo di otjize, una “cremina” ricavata dall’ocra e grasso animale. Sembrano tante statuine di terracotta, più sono rosse, lucide, più sono seducenti.
L’ otjize è ideale anche per proteggere la pelle dal sole e dagli insetti.
La parte “divertente” è stata al calar del sole! La mia intenzione era quella di dormire nelle loro capanne di fango. MA…Le temperature di notte calano bruscamente, costringendo questa tribù ad accendere un braciere all’interno delle capanne, chiudendo porte e piccole finestrine. Risultato? Che non riuscivo nemmeno a respirare, quindi ho montato la mia amata tenda all’interno del loro villaggio!
Cosa ho imparato da quest’esperienza? Che la mia normalità, non è la normalità degli altri. Nella vita è tutto soggettivo!
Soltanto conoscendo, imparerai a oltrepassare i tuoi limiti mentali!

Esperienza di viaggio di Marialaura De Rosa, autrice del blog Viaggiando con Made.
Instagram: viaggiandoconmade

Il cielo di Bangkok

Bangkok è la capitale della Thailandia e come tutte le metropoli del Sud-Est asiatico, ha tutte le carte in regola per lasciarvi senza parole, specie se siete al primo viaggio in Asia. È infatti uno tra i maggiori centri urbani del mondo con più di 15 milioni di abitanti.
La confusione, il clima tropicale, il jet-lag, gli odori, il traffico, i sapori ti frastornano talmente tanto da sentirti travolto da un tornado di emozioni e sensazioni, che non ti danno realmente il tempo di realizzare ciò che ti accade intorno, ma che vi trascinano in un meraviglioso shock culturale che non dimenticherete tanto facilmente.
E quello che non dimenticherete di sicuro sono i fili della corrente sospesi in aria. Ovunque. Tipici del Sud Est asiatico, qui siamo però su un altro livello, questa è arte. I cieli di Bangkok non sarebbero gli stessi senza questa fiumana di cavi spessi e sottili che disegnano soffitti immaginari sopra le teste di milioni di persone rapide e sfuggenti.

Esperienza di viaggio di Francesco Morelli, @francescomorelli.pta

Informazioni sull’autore

Momondo team Pensiamo che tutti dovrebbero avere la possibilità di scoprire il mondo viaggiando. Secondo la nostra visione del mondo, le nostre differenze sono una fonte d'ispirazione e di crescita, non di intolleranza e pregiudizio. Il nostro obiettivo è incoraggiare e dare a ciascuno di noi il coraggio di essere curiosi e di aprire la mente, così che tutti possano godersi un mondo migliore e più diversificato.

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